I figli sono una cosa tremenda

“I feel the pages turning
I see the candle burning down
Before my eyes, before my wild eyes
I feel you holding me, tighter I cannot see
When will we finally

Breathe”

– Breathe, Fleurie –

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Sono un’egoista.
Molto semplicemente.
Sono figlio e, in quanto tale, egoista.
Ma l’esere figlio davvero mi giustifica?
Per definire me stessa, davvero, c’era bisogno di spingere e abbaiare e sbattere le porte?
Ho ritrovato una lettera che mia madre mi scrisse nel marzo del 2014. Dov’ero? Diceva che voleva parlarmi, ma non avevo tempo ne’ voglia per farlo. E io, dov’ero?
Tu hai fatto tutto, per me. Mi hai accettata, deformando il tuo corpo per permettermi di crescere, facendolo a tua volta assieme a me.
Ma oltre al corpo, crescendo, ti ho deformato anche il cuore.
I figli sono una cosa bellissima e terribile, che con egoismo spietato e puro si staccano da te, abbandonandoti.
Per la prima volta la maternita’ mi fa paura.
Cosa provavi, mentre scrivevi quella lettera?
Quanto era grande, la tristezza che ti ha colmato il cuore?
Ammettevi con sincerita’ disarmante che ti sentivi sola.

Io, dov’ero?

Quanto male ci siamo fatte, in questi anni.
Quanta cecita’.

Non so neanche come dirti che invece, adesso, sono qui.
(E dire che sarebbe cosi’ semplice.)

Mi dispiace.
Mi dispiace piu’ di quanto riesca a permettermi di capire io stessa.

 

La tua figlia
sciocca (ma buona)